– Pre-fazione –
10 donne uccise in tre settimane da “uomini” (poi molti suicidi): sindrome da abbandono?
Ma non scherziamo!
– Il “sii uomo!!” colpisce e fa strage (come dice G. Contri nel suo blog): le pseudo-analisi sui giornali (di Gramellini & company scientifica) non restituiscono mai ai soggetti maschili le loro responsabilità etiche verso il desiderio: desiderio a cui si fa continuamente obiezione: rapporto negato: al suo posto il comando super egoico e oggettuale “Sii uomo!”
Monosessualità che tutto prende e consuma: non è l’abbandono che fa l’omicida, ma è la richiesta/possibilità di un rapporto fuori da monosesso-fallico che si mette a disposizione dei talenti di A: intollerabili richieste per “Sii uomo!”: la risposta è solo l’omicidio (e l’analisi su blog di G. Contri non è recentissima, ma nessuno se ne accorge!)
Già da qualche giorno stavo elaborando pensieri sulla solita strage estiva di donne da parte di maschi che poi si suicidano, ma la spinta decisiva a scrivere non mi è venuta dall’ ultimo omicidio di ieri (13/07/10), ma paradossalmente, dalle idiozie che sedicenti commentatori, giornalisti o altrettanto sedicenti “esperti scientifici” scrivono sulla “La Stampa” di oggi (14/7/10). La loro lungimirante spiegazione è sempre la stessa: “poverini! Abbandonati reagiscono violentemente come se avessero perso di nuovo la mamma!” C’è veramente da indignarsi come psicoanalista e come socio del L.F.L.P. di Torino, al diffondere socialmente teorie patologiche come quella dell’ abbandono/perdita simil-materna” di cui questi pseudo-commentatori psicologici sono responsabili: incapaci di uscire da quella patologica posizione nel sociale di “maschi fallici” responsabile mortale di quella situazione oggettual/patologica che G.Contri nel suo blog definisce come “sii uomo!”. Perché, per poter parlare di “abbandono” bisognerebbe, che, a monte, si fosse realizzato/accaduto un reale rapporto: in tutte queste tragiche relazioni, invece il rapporto è completamente assente. C’è un oggetto/fantasma relazionale tutto vissuto in una patologica dimensione del simbolico. Allora, che cos’è questo “sii uomo!” che Contri definisce come “potenziale situazione di stragi/massacri” (e purtroppo, la realtà gli da ragione)? “E’ l’errore, il sesso al singolare” (G. Gramaglia) E’ l’errore fondamentale dell’essere umano, una teoria presupposta della sessualità o monosessualità: il cosiddetto “fallo” (non passi inosservata anche l’uguaglianza linguistica con l’agire, colpire, uccidere): il fare della legge del rapporto (S & Au) il simbolo di uno dei due sessi e del suo potere imposto/patologico sull’altro. Il paternalismo/maschilismo (ma attenzione: anche la donna può situarsi nella stessa posizione di dominio: vedi molte posizioni femministe da club privè esclusivo) affonda qui le sue radici: un pensiero astratto, usurpativo, oggettuale prende il posto assoluto di controllo di un rapporto che scompare, a cui si farà sempre obiezione. Allora, come ben chiaro, non di reazione ad uno pseudo-abbandono è la violenta risposta maschile, ma la reiterazione violenta di un errore/inganno a cui non si riesce più a sottrarsi: moltissimi maschi messi di fronte alla realtà del non-rapporto e della su insoddisfazione relazionale, reagiscono all’insorgere angosciante di quello che J. Lacan definisce: “Il n’y a pas de rapport sexuel” con la violenta negazione della realtà: sopprimono la donna che ha tagliato il simbolico per far irrompere il reale e poi incapaci di affrontare il reale si sopprimono.
Questa patologica dimensione del simbolico, va chiarita ancora meglio, perché purtroppo è proprio quella che i sedicenti commentatori di questi tragici avvenimenti, non sono in grado di riconoscere ed imputare: si tratta di “impotenza/onnipotenza”: “la paura è la donna (o il maschio), dove occorre che – io devo controllare tutto, pensare a tutto – situazione che rende impossibile a priori l’incontro, annulla ogni possibilità di scambio” (G. Gramaglia). Invece, in una sana e reale relazione, l’incontro è una possibilità, e solo dopo si giudica conveniente o non-conveniente. Invece, in moltissimi maschi (ma anche in tante donne) la capacità di giudizio sulla soddisfazione relazionale è completamente assente e negata a se stessi e anche all’altra: allora un “non-relazionale” è un mettere a nudo un reale che non si vuole riconoscere: l’incapacità(impossibilità di un rapporto soddisfacente, sostituito (come dice G. Contri) da un surrogato oggettuale da consumare/funzionalizzare. Il problema grave (come ben riconosce M. Recalcati nel suo ultimo studio) è che queste forme oggettual/massificate di disagio sociale sono in continua crescita, mostrano sempre più nei soggetti sociali contemporanei, ciò che egli definisce come: “l’eclissi del desiderio”, cioè l’evaporazione dell’assunzione responsabile del proprio desiderio per farne reale possibilità di rapporto. Sostituito da un agire funzional/oggettuale dove la dimensione del simbolico fissa in schemi rigidi di consumo un “godimento” parossistico senza l’altra/o del rapporto. Un’ultima dolente osservazione: impareranno mai questi sedicenti “commentatori della psiche e dei cuori sui giornali a smettere di reiterare spiegazioni declinate come: “per guarire serve lo scatto di coscienza (“sic!!) che trasforma una marionetta di muscoli in “uomo” per affrontare seriamente, ma da soggetti che prima di tutto, provano a dar spazio/possibilità al desiderio e non a spiegazioni romantico-simboliche? Forse, è chiedere troppo di smetterla con sedicenti “rubriche del cuore” che mai fanno del desiderio il centro comunicativo di ogni soggetto?
BIBLIOGRAFIA
– G. Gramaglia – Rubrica di psicologia della vita quotidiana – L.F.L.P
– Bertin R. – Scritti corsari – L.F.L.P.
– G. Contri – Blog su “sii uomo!” in – Istituzioni del pensiero – Sic Edizioni
– M. Recalcati – L’uomo senza inconscio – Cortina Edizioni